AL VIA IL PROGETTO “DARE LA PRIMA MANO”
Il Progetto DARE LA PRIMA MANO mira a sperimentare un sistema integrato di servizi e interventi in grado di rispondere ai nuovi bisogni sociali, ma anche ad avviare un processo virtuoso che a partire da un bisogno (la piena inclusione sociale attraverso percorsi di autonomia lavorativa) sia in grado di “attivare” tutti i soggetti coinvolti, compresi gli stessi soggetti fragili e le reti di prossimità, favorendo in questo modo la nascita di forme innovative di imprenditorialità sociale, come risposta alla contrazione delle risorse pubbliche.
Il progetto si concretizza nella realizzazione di percorsi di inserimento lavorativo rivolti ad una squadra di soggetti disabili, con un contratto di assunzione (part-time o a tempo pieno a seconda delle caratteristiche specifiche dei nuovi inserimenti) per apprendere dal maestro Gianni Ermini l’arte della decorazione muraria, e svolgere (accompagnati dallo stesso) servizi di tinteggiatura artistica a favore della collettività, con particolare focus ai soggetti del terzo settore, nonché ai dipendenti della cooperativa e ai dipendenti delle aziende clienti della cooperativa stessa.
I soggetti disabili vengono affiancati da un maestro artigiano e da un tutor educativo responsabile degli inserimenti. L’attività viene inoltre affiancata da un comparto tecnico, composto da figure competenti nelle diverse aree gestionali: uno Studio di Progettazione per la stesura dei preventivi, la Direzione Tecnica per la predisposizione dei cantieri e dei Piani di Sicurezza, l’Ufficio di Ragioneria per gli aspetti contabili, amministrativi e le normative sulle agevolazioni fiscali, lo staff organizzativo con responsabili del settore per i sopralluoghi, i lavori e per dirigere le squadre.
Il progetto d’impresa “DARE LA PRIMA MANO” non riguarda i settori tradizionali dell’inserimento lavorativo, come la manutenzione del verde pubblico o le pulizie, dove sono presenti altre realtà sociali, ma settori innovativi e caratteristici per il nostro territorio. L’integrazione dei disabili passa anche attraverso l’artigianato, ad ispirare questo nostro progetto è stata la convinzione dell’utilità e del grande valore inclusivo di un maggiore contatto con il reale attraverso l’uso e la trasformazione di materiali in opere artigianali , con la possibilità di scoprire inattese doti creative spendibili in attività lavorative. E’ necessario, a nostro parere, superare il concetto di welfare a favore del workfare, che significa passare, per le disabilità, dal concetto di misura di ciò che manca a misura di ciò che è possibile. Non stiamo realizzando un progetto, ma avviando un sistema progettuale. Forse una visione utopistica, perchè ad oggi per molti disabilità non fa rima con eccellenza. Ma la storia è piena di esempi in senso contrario: Van Gogh con il suo disturbo bipolare della personalità, Henri Matisse costretto su una sedia a rotelle, così come Franklin D. Roosevelt, Frida Kahlo, Andrea Bocelli, il celebre matematico John Nash, Carlo Zinelli, pittore schizofrenico recluso in manicomio, ed Antonio Ligabue in perenne equilibrio tra malattia mentale e pittura. Artisti, professionisti, creativi ma soprattutto coraggiosi. Personalità che sono riuscite, non senza fatica, a mostrare al mondo le proprie straordinarie abilità, raccontando nuove prospettive, soluzioni e visioni innovative.